Nozze Olivetti-Telecom sì dei soci alla fusione

Corriere della Sera 

Nozze Olivetti-Telecom sì dei soci alla fusione

Il no di alcuni fondi. A larga maggioranza passa il riassetto Nozze Olivetti-Telecom sì dei soci alla fusione Tronchetti: un’operazione unica voluta dal mercatoMILANO – La nuova era di Telecom Italia è iniziata. Gli azionisti della compagnia telefonica hanno approvato ieri a larga maggioranza il progetto di fusione con Olivetti, che esaminerà domani il piano di integrazione. Così, a poco meno di due anni di distanza dall’arrivo sul ponte di comando del gruppo telefonico, Marco tronchetti Provera è riuscito a centrare un obiettivo cruciale per lo sviluppo del gruppo: fondere controllata e controllante e ottimizzare la struttura finanziaria con l’avvicinamento dei ricchi flussi di cassa di Telecom e Tim al debito di Olivetti, che ora potrà essere ripagato più agevolmente anche con le dimissioni. «Si tratta di un piano serio che resterà nella storia dell’economia italiana in senso positivo – ha affermato ieri Tronchetti -. Si è trattato di una operazione richiesta da tutti, anche da chi oggi lo nega». «Lo studiamo da quando siamo entrati nel gruppo – ha proseguito -, e l’abbiamo accelerata tra febbraio e marzo perché il titolo Telecom era sceso a livelli vergognosi. Da quando l’operazione è stata annunciata il titolo si è apprezzato più del mercato», e venerdì, alla vigilia dell’assemblea le azioni della società telefonica hanno raggiunto i 7,51 euro, il massimo dall’inizio dell’anno. «Questo significa – secondo il presidente del gruppo – che gli azionisti di minoranza di Telecom hanno già detto di sì alla fusione». Eppure, ancora ieri, durante l’assemblea non sono mancate le contestazioni sulla convenienza dell’operazione, sollevate dai rappresentanti dei fondi comuni di investimento, italiani ed esteri, che sin dalla prima ora avevano attaccato il progetto e che come il fondo Liverpool, avevano anche presentato esposti, a Consob e Tribunale, entrambi respinti, per ostacolare la fusione attraverso la richiesta di congelamento dei voti di Olimpia in Olivetti e di quest’ultima in telecom. Ma, aprendo i lavori, Tronchetti ha chiarito subito che «i soci Olivetti possono votare nell’assemblea di Telecom Italia, non essendo mai stata commessa nessuna violazione», sgombrando il campo da incertezze circa l’esito dell’assemblea alla quale la holding di Ivrea si è presentata con il 54,9% dei voti, sufficienti a far passare la fusione. Ci sono volute comunque quasi undici ore per arrivare al via libera. Undici ore durante le quali i rappresentanti di alcuni fondi, Liverpool, Nextam e la società di consulenza Deminor, in testa, sono tornati a protestare invitando gli azionisti a votare contro la fusione per la scarsa convenienza dell’operazione e il conflitto di interessi in cui sarebbero incappati i consiglieri di Olivetti e Telecom che hanno approvato il progetto nei rispettivi consigli. Alla fine, a favore della fusione ha votato il 92,73% del capitale presente in assemblea (pari al 63,56% del capitale ordinario), contro il 3,29% del capitale presente. Adesso manca solo il via libera dei soci di Olivetti alla fusione, atteso per domani, e poi entro agosto l’integrazione diventerà effettiva. A quel punto Tronchetti e il management del gruppo dovranno iniziare a lavorare sugli obiettivi annunciati, e quindi inanzitutto sul debito di Olivetti-Telecom, che con la fusione è aumentato di 9 miliardi di euro, a 44,8 miliardi, e per garantire ai soci un dividendo il linea con il passato. Il tutto con un margine di rischio maggiore, perché come ha ricordato tronchetti, «alla fine dell’operazione l’azionista di controllo (olimpia, ndr) avrà tra il 13-15%», e Telecom sarà quindi scalabile. Federico De Rosa
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