Pel la prima volta i Gestori da soli ottengoni in Assemblea la bocciatura di un’operazione

Milano Finanza 

Pel la prima volta i Gestori da soli ottengoni in Assemblea la bocciatura di un’operazione

 

Opas Zignago, la vittoria dei fondi Gli azionisti di minoranza hanno convinto la proprietà che il via libera avrebbe comportato una lunga battaglia legale Ha votato contro il 39.3%. Tutto come prima per i titoli della holding e Marzotto DI PAOLA VALENTINI L’operazione è stata bocciata”. Sono passate da poco le due del pomeriggio, è appena terminata l’assemblea di Zignago che Carlo Gentili, gestore di Nextam, dal cellulare, in quel di Fossalta di Portogruaro, ha annunciato la clamorosa vittoria dei fondi nella battaglia contro i soci di maggioranza di Zignago che il 7 settembre avevano annunciato un’opas sulla Marzotto. Una giornata come quella di ieri passerà alla storia per i gestori che finora non erano mai riusciti a ottenere, da soli, la bocciatura di un’operazione straordinaria. Una vittoria ancora più schiacciante se si considera che ieri i fondi presenti in assemblea rappresentavano circa il 2% del capitale Zignago, contro l’82,6% della proprietà (famiglie Marzotto e Donà Dalle Rose) .Gentili ha preso la parola: “Zignago è una eccellente società che annuncia un’operazione straordinaria sul proprio capitale che se verrà accolta oggi andrà a stravolgere la natura stessa della società di cui siamo orgogliosi azionisti”. Gentili ha riassunto tutti i motivi di malcontento degli altri fondi presenti in assemblea, cioè quelli di Zurich e di Dws (Deutsche bank) e della manciata di azionisti privati che sono intervenuti dopo. Tre i punti criticati dal gestore:”La decisione dell’aumento del capitale ai fini dell’opa è avvenuta in cda e potrebbe ripetersi oggi in assemblea in presenza di un palese conflitto di interessi (le due società hanno alcuni amministratori-soci in comune, ndr)”. E ancora: “La decisione non è supportata da un’adeguata spiegazione di tipo industriale”. Infine: “I concambi sono costruiti arbitrariamente”. Poi l’attacco finale: “La strada fin qui imboccata dagli azionisti di Zignago è molto in salita, se oggi l’aumento di capitale passerà ci saranno gli esposti sul conflitto di interessi, ci potranno essere le richieste di danni e ci sarà l’Antitrust per la quota di mercato del settore del lino. Non crediamo che la volontà di portare avanti questa operazione valga la pena dell’assunzione di tutti questi rischi da parte degli amministratori e delle famiglie azioniste. Lo stesso obiettivo può essere raggiunto in mille altri modi. Soprassedete a questa operazione, tenete conto del mercato che vi è più amico delle banche che solitamente mirano all’isolamento dei singoli per poi gestirli in funzione del credito erogato da erogare. Di certo se questa operazione passa così com’è dimenticatevi per sempre della borsa, del mercato e degli investitori istituzionali”. Poi Pietro Marzotto, socio al 10,5% della holding, ha detto che avrebbe votato contro (pur avendo votato a favore in cda) non perché non ritenesse l’opas un’opportunità ma perché “sono molto rispettoso del mercato e non me lo voglio inimicare visto che ha preso malissimo l’operazione”. Poi Paolo Marzotto ha ribadito la bontà dell’opas e la correttezza del concambio. E’ una vittoria per noi ma tanto di cappello alle famiglie coinvolte, corrette nel rispettare il mercato”, ha detto Enrico Biglino, direttore investimenti di Dws, sgr che i con i Fondi Zurich ha oltre l’1% di Zignago. In borsa tutto come prima. I titoli Marzotto e Zignago sono tornati quasi a livelli ante annuncio dell’ opas. Marzotto ha chiuso a 5,03 euro (-24,93%), contro i 5,51 euro del 6 settembre e Zignago è salita del 10,9% a 10,68 euro, contro i 13,3 euro. Ma la sospensione di ieri per eccesso di ribasso dei titoli Marzotto e rialzo per Zignago ha creato malcontento. “Avrebbero dovuto chiedere fin dalla mattina la sospensione delle contrattazioni che è arrivata dopo la notizia della bocciatura”, ha detto Alessandro Pacchiani, gestore di Ifigest. (riproduzione riservata)
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