Ricolfi accusa: “Le Sgr devono essere più libere”

Il Sole 24 Ore

Ricolfi accusa: “Le Sgr devono essere più libere”

 

MILANO A una settimana di distanza dall’annuncio ufficiale dell’uscita, Carlo Gentili, Nicola Ricolfi e Alessandro Michahelles rispettivamente, d.g., a.d. e gestore di Euromobiliare Sgr, hanno lasciato gli uffici di via Turati e da oggi sono fuori dalla società dove lavoravano da oltre dieci anni: nel giorno dell’addio spiegano al Sole-24Ore il loro progetto e i motivi che li hanno spinti a rimettersi in discussione. Il team non è ancora stato sostituito e per ora le deleghe operative sono state affidate temporaneamente a Fulvio Albarelli, già condirettore di Euromobiliare Sgr, diventato d.g. della società di gestione. Tra i motivi che hanno portato i manager a mettersi in proprio c’è la volontà di diventare un punto di riferimento di gestione indipendente all’interno di un mercato in cui scarseggiano società che non abbiano legami con il mondo del credito. “La scarsa indipendenza prevalente in Italia è un fatto visibile per tutti, così come lo sono le sue conseguenze – ha spiegato Ricolfi -. Esistono, per esempio, società di gestione che concentrano quote abnormi dei volumi di intermediazione presso intermediari appartenenti allo stesso gruppo, indipendentemente dal merito”. I due gestori condividono totalmente le riflessioni e le critiche che Luigi Spaventa, presidente della Consob, ha mosso allo strapotere del sistema bancario. “Crediamo che anche in Italia si stia finalmente creando un terreno fertile per asset manager indipendenti, liberi da conflitti di interesse – ha spiegato Gentili – E’ evidente che il presidio delle reti territoriali rimarrà sempre fortissimo, ma siamo dell’opinione che oggi pesi anche la qualità e l’indipendenza”. L’iniziativa, fanno notare i gestori, può apparire peculiare nel panorama italiano, ma è molto diffusa nei Paesi anglosassoni, dove è normale che money manager di provata qualità e cresciuti dentro strutture tradizionali decidano di rimettere in gioco la loro credibilità al servizio di un proprio progetto. Partiranno infatti da zero con una Sgr di diritto italiano e una società basata a Londra, che farà hedge fund, e saranno soci paritetici. Presto li raggiungerà un quarto uomo esperto di gestione hedge e anch’esso diventerà socio. Alla domanda su come faranno a sostenere i costi richiesti per la nuova avventura rispondono con tranquillità. “Una prima drastica decisione sul fronte dei costi sarà quella di azzerare la nostra retribuzione – spiega Michahelles – gli investitori che decideranno di darci fiducia sapranno che il nostro destino è indissolubilmente legato a quello della nostra società e quindi a quello dei suoi clienti”. Inoltre, per ridurre gli oneri, si rivolgeranno al nascente settore di servizi per l’asset management che permetterà di esternalizzare una quota significativa di costi fissi finchè non raggiungeranno dimensioni di qualche rilievo. FEDERICA PEZZATI
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