Gentili: Analisti e frodi

Finanza & mercati

l’Italia segua l’esempio degli Stati Uniti,

Gentili: <<Analisti e frodi, l’Italia segua l’esempio degli Stati Uniti>>
Per il fondatore di Nextam le nuove regole della Sec vanno imitate

Il vento d’innovazione arriva ancora una volta dagli Stati Uniti. I provvedimenti presi in America dalle autorità di vigilanza per superare i più gravi scandali che la finanza americana ha vissuto negli ultimi anni suonano come un monito anche per l’Italia. Se la nascita di un fondo (di 387,5 milioni di dollari) per compensare gli investitori danneggiati, e ancora di più il finanziamento di attività di educazione degli investitori, due delle novità introdotte lunedì scorso dalla Securities exchange commission (Sec) per ridare credibilità al sistema finanziario Usa, appaiono difficilmente riproducibili nella Penisola, le altre novità pensate dall’autorità americana sembrano quanto mai utili al mercato italiano. Ma qual è la situazione attuale? <<In Italia il conflitto d’interesse è molto più esteso rispetto ad altri Paesi – afferma Carlo Gentili, tra i soci fondatori della società di gestione Nextam partners sgr – Ad esempio negli Usa l’analista che appartiene allo stesso gruppo che ha curato la quotazione in Borsa di una determinata società non può emettere report su quell’azienda per un certo periodo. In Italia, invece, abbiamo preferito la strada dell’autoregolamentazione, ad esempio con lo sviluppo di regole di internal dealing. Ma queste norme non bastano. Serve l’intervento delle autorità che introducano divieti specifici ad attività in conflitto d’interesse effettuate da un medesimo soggetto>>.
Secondo Gentili, il provvedimento americano che dovrebbe essere importato in Italia con urgenza riguarda la separazione delle attività di ricerca da quelle di investment banking. La Sec ha deciso che le due operatività dovranno avere strutture e controlli separati. Mentre i compensi degli analisti americani saranno legati esclusivamente alla qualità dei loro studi. <<In Italia le banche hanno fatto storicamente sia attività di investment banking sia attività commerciale. A queste strutture hanno poi affiancato le società di intermediazione e di gestione – continua Gentili – Così la commistione è totale. Basta considerare che il 99% del risparmio gestito è in mano ai gruppi bancari. Come fa un gestore a operare in autonomia quando sa che la banca a cui appartiene ha una linea di credito importante nei confronti di quella stessa azienda? E poi i bonus degli analisti variano a seconda della commissione che generano per la società. E le Ipo sono il prodotto notoriamente più ricco>>.

Insomma, l’Italia sembra avere molto da imparare dalle regole americane. Ma per dare uno stimolo al cambiamento, servono davvero gli scandali?

Anna Messia
Milano

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