Come battere i BoT correndo pochi rischi

Il Sole 24 Ore – I Conti in Tasca

Performance? Ma quali performance? Negli ultimi due anni i risparmiatori hanno visto soprattutto perdite nei loro portafogli personali. Dai massimi del marzo 2000, il Mib30 è giù del 38%, il Dow Jones del 16% e il Nasdaq del 68 per cento. Lo spettacolare rialzo post-11 settembre sembra avere perso forza; le quotazioni rimangono tuttavia mediamente elevate rispetto ai fondamentali, mentre la ripartenza a razzo dell’economia americana (+5,8% la crescita del Pil Usa nel primo trimestre 2002) non convince i listini.

All’ansia e alla delusione dei risparmiatori le banche e gli altri intermediari rispondono proponendo prodotti garantiti a mani basse, quali le polizze e le obbligazioni index linked. Chi invece volesse soluzioni meno costose, più trasparenti e più facilmente liquidabili potrebbe raggiungere in modo più efficiente lo stesso obiettivo – la protezione del capitale e l’opportunità di sfruttare parzialmente gli eventuali rialzi di Borsa – con dei fondi obbligazionari misti ben gestiti, senza commissioni di ingresso e con commissioni di gestione inferiori all’1,5% annuo. Gli obbligazionari misti con queste caratteristiche sono prodotti che andrebbero riscoperti, perché sono in grado di soddisfare i bisogni finanziari della maggioranza delle famiglie italiane, che si possono riassumere in: “Dammi qualcosa più dei BoT senza farmi correre rischi”.

Secondo i calcoli di Epsilon Sgr, una ripartizione tipica dei fondi obbligazionari misti (40% titoli di Stato area euro, 50% BoT e 10% azioni area euro) dà i seguenti risultati: nel 99% dei casi non fa perdere soldi – quindi offre un rendimento positivo – dopo un anno; dopo tre anni, questo portafoglio ha il 99% di battere l’inflazione stimata (2%) e il 73% di probabilità di battere il tasso stimato dei BoT (4,5%). Il rendimento atteso (attenzione: non garantito!) di questo portafoglio dopo tre anni è pari al 5,6% annuo nominale, che equivale a un rendimento reale del 3,6 per cento. Questo portafoglio dopo tre anni ha il 95% di probabilità di mettere a segno un rendimento compreso tra un minimo del 2,8% annuo e un massimo del 9,6% annuo. Anche se fossimo particolarmente pessimisti, questi numeri offrono margini di tranquillità sulla possibilità di spuntare rendimenti competitivi. D’altra parte, il profilo rischi-rendimento che si ottiene aggiungendo al massimo un 20% di buone azioni in un portafoglio di BoT e altri titoli di Stato è estremamente efficiente. Aumentando il peso delle azioni sopra questo 20% si corrono invece dei rischi che tante famiglie preferiscono – soprattutto dopo due anni di ribassi – non affrontare.

Marco Liera

 

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