Nextam Partners punta su qualità e autonomia

Il Sole 24 Ore

Nextam Partners punta su qualità e autonomia

Autorizzata la Sgr degli “ex” di Euromobiliare

Con una rapidità sorprendente – solamente 90 giorni – Nextam Partners ha ottenuto tutte le autorizzazioni da parte delle autorità di vigilanza e dà il via alla piena operatività in Italia. Totalmente basata sulle competenze professionali dei soci fondatori – ex-gestori di Euromobiliare A.M. – Nextam si propone al mercato italiano con una sola veste: quella di società di asset management, senza mire di espansione in altri campi o nel settore distributivo. Ma dagli uffici di via Bigli 11, i soci fondatori ci tengono soprattutto a mettere l’accento sui due fattori chiave su cui si fonda la filosofia della società, vale a dire la qualità del prodotto unita alla trasparenza nei rapporti con gli investitori. E non si sbilanciano troppo in previsioni di raccolta e patrimonio gestito: “Il nostro break-even è basso – dice per tutti Nicola Ricolfi – in quanto la nostra struttura è leggera. Comunque, contiamo di raggiungerlo con le sole nostre forze, vale a dire con i contatti diretti di noi quattro. Tutto il resto, cioè i mandatari, gli accordi di distribuzione, l’associare promotori alla nostra struttura, faranno il resto del business, quello che oltre il break-even”. Oltre a Ricolfi, gli altri tre soci sono Carlo Gentili, Alessandro Michahelles e Stefano Turba, a cui si aggiunge da Londra Antonio de Bustis, che si occupa di Nextam Partners Ltd, la società di gestione dell’hedge fund. “E’ però allo studio la possibilità di aprire il capitale a imprenditori che, per la loro storia personale e professionale accreditino ulteriormente il progetto e contribuiscano al suo sviluppo – dice Gentili – purchè si caratterizzino per l’indipendenza dal settore finanziario-assicurativo”. Quella dell’indipendenza è infatti una caratteristica imprescindibile per Nextam Partners, che va a braccetto con l’obiettivo della trasparenza. Indipendenza significa immunità dal conflitto di interessi che di norma attanaglia i gruppi polifunzionali – dice Ricolfi -. E indipendenza per noi significa anche che abbiamo adottato in pieno le raccomandazioni di Assogestioni in tema di conflitto di interessi e abbiamo introdotto la presenza, in consiglio di amministrazione, di tre amministratori su un totale di sette”. Più in dettaglio, i tre indipendenti sono: Gustavo Visentini (professore di diritto commerciale presso la facoltà di Giurisprudenza della Luiss ed ex presidente di Assogestioni) Stefano Passigli (professore della facoltà di Scienze politiche presso l’Università di Firenze) Carlo Pedersoli (avvocato civilista specializzato in diritto societario e commerciale). Quanto ai modelli distributivi, Nextam non ha in programma la costituzione di una rete (definita “una strategia non vincente” da Ricolfi) tuttavia, su base selettiva, la società di gestione valuterà la possibilità di associare, anche con legami azionari, professionisti in grado di apportare asset. Nel frattempo, oltre allo sforzo personale dei soci fondatori, il business contemplerà la ricezione di mandati e deleghe relativi a prodotti di terzi oltre ad accordi di distribuzione con reti esterne. Quanto all’offerta, Nextam si caratterizza in quanto si propone come gestore monobrand. “Gestire e selezionare sono mestieri diversi – dice Ricolfi – e spesso in conflitto. Abbiamo forti dubbi sul multimanager made in Italy, fatto ancora in modo poco sofisticato. Per questo noi abbiamo deciso di offrire prodotti nostri e non faremo fondi di fondi”. L’offerta prevede sette fondi di investimento (azionari Italia, America, Europa, internazionale bilanciato obbligazionari misto e liquidità): la trasparenza è assicurata dal calcolo delle commissioni di performance su benchmark cum dividend. Ci sono poi le gestioni individuali, fortemente personalizzate, caratterizzate da un’ampia rendicontazione e, soprattutto, dal fatto che non verranno applicate commissioni di negoziazione e verrà posta molta attenzione all’eventuale duplicazione dei costi derivanti dall’eventuale inserimento di fondi. Infine, c’è l’hedge fund gestito da Londra che, operativo da tre mesi, ha finora registrato una performance dell’1,18%, peraltro sempre positiva in ciascuno dei tre mesi trascorsi.
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